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Come moltissimi ortaggi in Italia, gli agretti sono conosciuti con molti nomi diversi a seconda delle zone – barba di frate, barba del Negus, senape di frate, senape dei monaci (raccolti in mazzetti, infatti, gli agretti ricordano una fluente barba, come quella tipica dei monaci nell’immaginario comune), o, ancora, in Emilia Romagna, roscano o lischi. Più propriamente, gli “agretti” sono, in realtà, solo le lunghe foglioline filiformi delle barbe di frate.
Questa pianta invernale e primaverile è autoctona in Italia e nel tempo si è adattata a tutti i tipi di terreno e clima della nostra penisola, comprese le zone costiere. Ciononostante non è sempre facile reperirla in quanto considerata abbastanza di nicchia. È una verdura povera, tipica della cucina contadina, che può essere consumata sia cruda in insalata, condita con olio d’oliva e limone, che cotta, solitamente utilizzata per la preparazione di frittate e quiche.
Lo sapevate? Il suo nome scientifico è Salsola soda e deriva dal fatto che, in passato, veniva usata per la produzione di soda caustica (carbonato di sodio). Essendo una pianta alofita, che può cioè crescere in zone salmastre, trattiene il sodio presente nell’acqua marina e, una volta bruciata, se ne estraeva soda in modo semplice ed economico. In particolare tali piante in Veneto venivano utilizzate per ottenere la soda da utilizzare nelle fornaci di Murano per produrre vetri e cristalli (è un ingrediente fondamentale anche nella produzione di saponi e detergenti vari). Nel 1807 Sir Humphrey Davy isolò il Sodio (Natrium, dall’antico nome egizio del sale “Ntry” che significa “puro, divino”) e scoprì un metodo per ottenere il carbonato di sodio in maniera più rapido ed efficiente. E così le coltivazioni intensive di barba di frate furono interrotte.
Mercato dei Contadini
NIDO DI AGRETTI CON POMODORINI SCOTTATI E CAPPERI {vegan, senza glutine e senza grani}
di Marta Giaccone
Ricetta
per 2 persone
preparazione: 10 min, cottura: 15 min, totale: 25 min
1 mazzo di agretti
2 piccoli grappoli di pomodorini
1 cucchiaino di scorza di limone grattugiata
2 cucchiai di pangrattato
1 cucchiaino di capperi, sotto sale o sott’aceto
1 spicchio d’aglio
1 manciata di olive
succo di limone
olio d’oliva
sale
Preparazione
- Pulite gli agretti togliendo le radici con un coltello ben affilato. Sciacquateli in un colapasta sotto abbondante acqua corrente per eliminare i residui di terra.
- Sbollentateli in una grossa pentola con acqua bollente e salta, poi trasferiteli in una ciotola con acqua e ghiaccio o anche sotto acqua corrente in un colapasta.
- In una padella riscaldate 2 cucchiai d’olio d’oliva, aggiungete l’aglio schiacciato e fate dorare. Poi aggiungete i pomodorini mantenendo i grappoli e fate cuocere, coperti, per 10 minuti circa o fino a che siano dorati sotto e ammorbiditi e si siano formate delle crepe sopra.
- Intanto tostate il pangrattato in un pentolino, a fiamma bassa, rimestandoli ogni 30 secondi per non farlo bruciare.
- Sciacquate i capperi sotto acqua corrente. Sminuzzateli su un tagliere insieme alle olive.
- Per servire prendere una manciata di agretti e disponeteli a forma di nido su di un piatto piano. Appoggiateci sopra un grappolo di pomodorini, poi cospargeteli di scorza di limone, pangrattato, capperi e olive, e condite con olio, limone e un pizzico di sale.
Grazie per i consigli!!! Io non so mai come cucinarli! Eppure ho letto che fanno molto bene. 😉
Grazie Sara!! sono boooooni!!! 😀